Differenza di temperatura all’interno della cella frigorifero tra un no-frost, un ventilato ed uno statico
Molte volte si sente parlare della diversa capacità di raffreddamento di un frigorifero in base alla tecnologia utilizzata, tra no-frost, ventilata o statica. La conclusione dell’analisi verte sulla migliore capacità di conservare gli alimenti del no-frost, poi del ventilato ed infine dello statico. Vediamo di capire la differenza di temperatura all’interno delle tre celle, deducendo il perché dell’allungamento del tempo di conservazione degli alimenti.
Fermo restando il principio di diffusione dell’aria fredda, che essendo più pesante della calda, tende a stratificare nella zona più bassa del frigorifero, scopriamo nel dettaglio cosa avviene.
Il grafico, sviluppato da LG, che prende in considerazione il sistema no-frost dei suoi frigoriferi è in linea generale, con piccoli oscillazioni, rappresentativo della reale temperatura all’interno dei frigoriferi con le diverse tecnologie di raffreddamento indipendentemente dalla marca.
Come si può leggere nel primo grafico in figura (frigorifero no-frost LG), nella parte alta della cella si riscontra una temperatura che oscilla dai 4,6°C ai 3,2°C, mentre nella parte bassa la temperatura rimane costante a 3,8°C, con una differenza di temperatura di 1,4°C nella parte alta del frigo.
In un frigorifero ventilato la parte alta mantiene una gradazione di 6,9°C, mentre scendendo la temperatura si abbassa fino a raggiungere i 2,2°C, con una differenza di gradazione di 4,7°C.
Il frigorifero statico, con una diffusione dell’aria senza l’ausilio di nessuna forzatura, ha una temperatura di 8,6°C in alto, raggiungendo i 2°C nel basso della cella, generando un differenza termica di 6,6°C.
A questo punto essendo a conoscenza di come si sviluppa la temperatura all’interno del frigorifero a seconda della tecnologia di raffreddamento, siamo in grado di identificare una netta differenza, che si traduce nel pratico in due aspetti da tenere in forte considerazione in fase di acquisto.
Il primo è il tempo di conservazione del cibo, che passando da una tecnologia all’altra varia considerevolmente. Una temperatura più fredda ed omogenea conservano più a lungo gli alimenti, evitando il proliferare di germi e batteri, causa del deterioramento del cibo.
Il secondo comporta una riflessione sul posizionamento delle derrate alimentari, che in linea generale vuole il posizionamento di quelle più deperibili nella zona più bassa del frigo, ovvero il diverso comportamento che si può adottare con la tecnologia no-frost, dove la quasi omogeneità della temperatura consente di riporre gli alimenti in modo indistinto nella parte alta e bassa della cella. In termini pratici si traduce in una più semplice gestione nell’allocare le provviste ed in un consequenziale risparmio di tempo.




