Qual è il funzionamento e quali sono le linee di forno in commercio che impiegano la pirolisi
Una tipologia di forno, non particolarmente diffusa in Italia ma, che merita assolutamente una particolare attenzione è quella con funzione pirolitica. Questo tipo di forno a dire il vero è molto diffuso in tutta Europa ed in particolar modo nel territorio francese, dove quasi tutti i forni venduti sono dotati di questa funzione.
La pirolisi è un processo che consente tramite l’impiego del calore la decomposizione termochimica di materiali organici. Nei forni dotati di tale funzione il processo di surriscaldamento interno consente di elevare la temperatura in modo notevole, fino a raggiungere i 500 °C. A questa temperatura tutti i residui della cottura, come i grassi, residui di cibo ed altro, che sono presenti sulle pareti del forno o sulle teglie, vengono polverizzati. Al termine del ciclo basta raccogliere le ceneri, che sedimentano sulla base della cavità del forno, con l’ausilio di un panno umido.
In buona sostanza la funzione evita di pulire manualmente il forno e può essere considerata anche un incentivante al suo utilizzo, a volte evitato proprio per la fastidiosa opera di pulizia che ne deve conseguire.
La pirolisi può essere considerata vantaggiosa per quanto concerne la pulizia, per due aspetti:
1) Diminuisce l’impatto ambientale, in quanto si elimina l’impiego di detergenti, di cui quindi non rimane presenza sulle pareti del forno come avviene per un forno o una pulizia tradizionale;
2) Fa risparmiare tempo in cucina, in quanto una volta impostata si gestisce autonomamente.
Il forno pirolitico è strutturato per l’elevato calore, quindi non c’è nessun pericolo per i mobili della cucina ad esso circostanti. Durante la fase di riscaldamento, raggiunta una determinata temperatura entra in funzione un meccanismo che blocca l’apertura dello sportello, ed il calore rimane all’interno della cavità forno, per essere pian piano smaltino dalla ventola tangenziale, fino al raffreddamento. Lo sportello del forno rimane in una soglia di calore, solitamente entro i 60°C, al cui tocco si riscontra il calore ma, non tale da potersi scottare.
Il processo di pirolisi è programmabile da un minimo di 1 ora fino a raggiungere le 3 ore, questo lasso di tempo può variare tra i diversi modelli di forno, quindi in funzione della logica utilizzata dal costruttore, ma in linea generale possiamo trovare tre livelli di pirolosi, uno base, con una durata intorno ad 1 ora per lo sporco leggero o per gli odori, uno intermedio, con una durata di circa 2 ore, per lo sporco medio, ed una completa, di circa 3 ore, per lo sporco più intenso.
L’assorbimento elettrico durante il processo di pirolisi è inferiore ai 3 Kw, che è la potenza delle utenze domestiche diffuse sul territorio italiano, e si aggira comunque intorno ai 2750 watt, ciò significa che quasi la totalità delle disponibilità elettrica è assorbita dal forno, quindi in questa fase non si possono accendere altri elettrodomestici, può rimanere ancora attaccato un frigorifero ed un congelatore di nuova generazione, ma se si accende il fero da stiro, l’asciugacapelli o anche un tv al plasma si stacca la corrente. L’attuale commercializzazione vede una discreta diffusone della funzione pirolitica sui forni da incasso da 60 cm, meno su quelli da 90 cm, bassissima sulle cucine libera installazione da 60 cm e praticamente nulla per la libera installazione da 90 cm.
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