In questa foto possiamo notare come il mattoncino centrale abbia un colore diverso rispetto ai due laterali, di cui quello a sinistra è il secondo più utilizzato, e, rispetto a quello sulla destra, ha anch’esso una tonalità leggermente più scura.
Tra i pannelli possiamo constatare la presenza di un composto, che è una sorta di malta refrattaria, resistente al calore, che isola i pannelli e non consente al gas di fuoriuscire da nessuna parte lungo il loro perimetro. Il gas deve uscire dai forellini che si trovano su ogni singolo mattoncino. Dopo alcuni anni di utilizzo, anche se alcune volte questo può avvenire prima, quella malta, che è si resistente al calore, ma non in eterno, nel senso che lo resiste, ma al tempo stesso subisce un piccolo deterioramento, che di volta in volta, la indebolisce fino a farla sgretolare, lievemente o in modo più importante.
Ce ne possiamo accorgere, durante l’impiego della stufa, in quanto è possibile rinvenire sulla lamiera davanti alla piastra infrarossi, dei residui della malta refrattaria, che alcune volte se di piccole dimensione si presentano come una sorta di farina, mentre in altri casi con dei pezzi più corposi di materiale. Potremmo anche trovarli per terra in prossimità della stufa.
Inizialmente la perdita di parte della malta, essendo questa distribuita lungo il perimetro con uno spessore di qualche millimetro, non crea nessuna anomalia nel funzionamento della stufa, ma nel momento in cui si distacca ulteriormente altro composto fino ad intaccare l’ermeticità della piastra e nello specifico di ogni singolo mattoncino infrarossi, si verifica una fuoriuscita di gas in quel punto. Una piccola crepa non desta ancora tanto effetto, nel senso che quella parte di gas che da li fuoriesce si infiamma ed essendo minima non crea apparentemente difformità di bruciatura.
Nel momento in cui, invece, il passaggio diventa più importante, da esso esce una maggiore quantità di gas, che nel suo fluire costante, in pratica, il gas che giunge dal condotto, non esce più solo ed esclusivamente dai fori frontali del mattoncino, ma anche dalla fessura, che spesso è nella parte superiore di esso, anche se si può creare in altri punti. In questo caso il mattoncino si accende regolarmente, ma dalla fessura il gas si incendia e crea una fiamma vera e propria, che crea una difformità vistosa nell’insieme della visione del pannello. La fiamma batte contro la lamiera sopra la piastra ed a seconda della fessura, che è soggetta ad aumentare e pertanto a fare passare più gas, può estendere sul frontale della stufa. A questo punto non è più opportuno utilizzare la stufa. Per risolvere la problematica ci sono due soluzioni percorribili, la prima è quella di sostituire interamente la piastra ceramica, che tuttavia può riscontrare due impedimenti, uno di carattere pratico, l’altro economico. Pratico perché alcune piastre non sono più reperibili, sono fuori produzione, in quanto di modelli di stufe non più prodotte. Le piastre non sono intercambiabili, possedendo incastri ed innesti differenti, tali da renderle impiegabili su un modello di stufa non corrispondente. Economico in virtù del fatto che tra ricambio e riparazione si spende intorno a 100,00 euro, ed una stufa nuova costa anche meno. Se si trova il ricambio on line e si trova una manodopera a buon prezzo o si agisce autonomamente, tenendo sempre in considerazione che è un intervento tecnico che a che fare con il gas e la sicurezza, si risparmia tanto.
Per procedere nel lavoro è necessario smontare la piastra per intero, pertanto a seconda del modello di stufa, una volta tolta la bombola è necessario accedere da dietro e smontare eventuali pannelli di protezione. Ad ogni modo bisogna accedere alla piastra. Per evadere dubbi in fase di ri-assemblaggio è preferibile scattare delle foto prima di smontare qualsiasi pezzo.
Una volta che abbiamo estratto la piastra, possiamo facilmente constatare i punti in cui il composto non è più presente e se ci sono altre zone dove è in via di deterioramento. Togliamo il composto che è pronto a saltare e spazzoliamo le parti che ci interessano con uno spazzolino duro. Usiamo un pennello per spolverare. Siamo quasi pronti a stendere il sigillante, ma prima di farlo se vogliamo eseguire un lavoro pulito, mettiamo del nastro carta lungo la linea dove lo inseriremo, al fine di evitare la formazione di sbavature sulla piastra ceramica.
Il sigillante non ha problemi in caso venisse steso su una superfice umida ed è preferibile che se porosa lo sia, affinché si attacchi bene sul tratto o sui tratti interessati, pertanto con un pennellino facciamo un passaggio lungo le zone interessate.
Ora siamo pronti a sigillare ogni singolo mattoncino ceramico nei punti che abbiamo opportunamente preparato. Al termine dobbiamo lasciargli fare presa. Il tempo necessario è indicato sui dati tecnici del prodotto impiegato, di norma 12 ore sono il minimo, ma per sicurezza, anche perché le ore indicate sono in funzione di specifiche condizioni di temperatura ed umidità, che potremmo non avere o non aver misurato, lasciamolo fargli fare presa per il doppio del tempo indicato.
Al termine non ci resta che rimontare il tutto e provare la stufa a gas.
|
| |||||
![]() |