Quali sono i vantaggi dello scarico continuo nel deumidificatore d’aria e la differenza tra quello con attacco rapido e lento

di Antonello Careri - pubblicato il 14/01/2018
Abbiamo già parlato in tanti articoli riferiti al deumidificatore, di molti aspetti differenti. In questo ci focalizzeremo sulla funzionalità dello scarico continuo, di come funziona e quali particolari possono essere importanti ed anche più comodi, nella fase di utilizzo, e quindi importanti da accertare per effettuare dei confronti e conseguentemente la scelta tra i vari modelli. Prima di parlare dello scarico continuo, facciamo un piccolo passo indietro sul funzionamento del deumidificatore e nello specifico del momento inerente la condensazione dell’umidità, che una volta divenuta acqua, viene fatta confluire in una vaschetta incorporata nel deumidificatore, a volte posta nella zona frontale a volte su quella laterale o sul retro, che può avere una capienza diversa a seconda del modello o in rapporto alla capacità di asportazione dell’umidità.

La vaschetta, solitamente è dotata di una trasparenza, per consentire di visualizzare il livello di acqua raccolta, che nel momento in cui raggiunge il massimo, interrompe il funzionamento dell’apparecchio. Pertanto bisogna svuotarla ogni qualvolta è piena e comunque prima che raggiunga il livello massimo per evitare l’interruzione del funzionamento e quindi periodi di fermo della deumidificazione. Naturalmente se si è presenti nell’ambiente, il processo è molto veloce e non implica particolari difficoltà, ma se non si è presenti o si pensa ad un impiego notturno, quando anche se sul posto (chiaramente a letto) non possiamo svuotarla, allora questo diventa un limite.

Qui entra in campo il drenaggio continuo, ovvero un sistema che oramai dovrebbe essere presente su tutti i deumidificatori in commercio, che in buona sostanza consente di collegare un tubicino, in dotazione solo su alcuni modelli, ad un innesto posto sul retro del deumidificatore o in corrispondenza della vaschetta di raccolta della condensa, così da consentire all’acqua di confluire per caduta e non per spinta, verso il compluvio cui l’abbiamo indirizzato, ad esempio un contenitore più grande, una pompa di spinta o altro. Stabilito le modalità di funzionamento, dobbiamo fare una distinzione tra i diversi sistemi di attacco che possiamo trovare sui differenti modelli di deumidificatore, ovvero quello con attacco rapido e quello con attacco lento.

L’attacco lento è quello caratterizzato da un doppio passaggio che bisogna eseguire prima di poter agganciare il tubo di drenaggio al deumidificatore. È necessario difatti estrarre la vaschetta di raccolta dell’acqua per poter agganciare il tubicino. Questo avviene in quanto l’innesto è posizionato all’interno della cavità che alloggia la vaschetta, ed in buona sostanza corrisponde al punto di scolo che vi confluisce l’acqua all’interno. Pertanto nell’adoperare questo tipo di innesto, il deumidificatore sarà privato della vaschetta di raccolta. È molto importante a tal fine assicurarsi che il tubo di drenaggio assuma una traiettoria in pendenza in modo tale da consentire all’acqua di defluire correttamente.

Attacco lento deumidificatore.

L’attacco rapido è contraddistinto dalla presenza, sulla parte esterna del mobile, di un raccordo al quale serrare il tubo di drenaggio. In base al modello lo possiamo trovare in posizione laterale o posteriore, comunque sempre visibile o posto sotto un piccolo sportellino. In ogni caso l’innesto non consente la fuoriuscita dell’acqua fino a quando non viene collegato il tubo. Su taluni modelli è presente un tappo in gomma, in altri un tappo avvitato ed in altri ancora un sistema di innesto che lo apre rendendo possibile il defluire dell’acqua.

Attacco rapido deumidificatore.

Questo sistema rispetto al precedente come è ovvio è molto più facile da utilizzare e veloce nella fase del collegamento e non comporta la necessità di togliere la vaschetta dell’acqua. Anche in questo caso particolare attenzione deve essere data al traiettoria del tubo, che deve possedere la pendenza necessaria al deflusso dell’acqua. In caso di mancanza di pendenza, pertanto di una non corretta parabola, l’acqua viene fatta confluire nella vaschetta, fin quando non si raggiunge il livello massimo consentito.

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